La Chiesa Parrocchiale
Ultima modifica 9 febbraio 2024
All’inizio del 1700 la popolazione revigliaschese fa richiesta al marchese Francesco Roero San Severino Signore di Revigliasco di costruire l’attuale chiesa, in sostituzione della precedente dedicata a San Luca.
Nel luogo in cui ci troviamo vi era un gruppo di case le quali vennero demolite e su detto sito furono costruite le fondamenta del sacro edificio con annesso un sepolcro per le sepolture del popolo, dei parroci e della famiglia Roero San Severino.
Le sepolture nelle chiese furono abolite per decreto napoleonico nel 1865 e le salme dei defunti iniziarono ad essere sepolte nell’attuale cimitero.
Ad oggi sotto il pavimento della chiesa riposano ancora i resti mortali degli abitanti dell’epoca, di 5 parroci e del marchese Francesco Amedeo Enrico Roero San Severino Signore di Castiglione, conte di Sciolze, di Belangero, barone di San Marzanotto, Signore di Piobesi, capitano per sua maestà nel reggimento dei dragoni di Gienevoix e conte di questo feudo (Revigliasco), deceduto nel 1766, questa tomba è tutt’ora visibile nel locale adiacente al presbiterio.
Il sepolcro è stato messo in sicurezza igienica nel 1955.
La chiesa parrocchiale è intitolata a San Martino e ha per patrona Sant’Anna.
Venne edificata tra il 1730 e il 1750 e costruita in sobrio stile barocco piemontese dal “mastro da muro” Giovanni Avanzino luganese attivo ad Asti nei cantieri alfieriani.
Fu edificata a spese del popolo, del comune e del marchese Francesco Roero San Severino.
Si accede nel suo interno attraverso la porta maggiore avente le dimensioni di m 2,45 x 5,20 datata 1966 dal peso di circa 10 quintali eseguita in noce mansonia d’africa e riproduce quella originaria antica del 1738 andata in sfacelo per età e intemperie.
Dalla porta si accede alla bussola tutta in legno di noce originaria della chiesa.
L’interno è ad unica navata lateralmente ad essa da entrambi i lati si susseguono 2 file di cappelle intercomunicanti tra loro con relativi altari di patronato di varie compagnie laiche locali.
La navata, come in tutte le chiese ha l’aspetto di una nave rovesciata e rappresenta l’arca santa in cui si imbarcano i fedeli per navigare verso la luce, infatti ricorda uno scafo rovesciato, un contenitore perfetto, la matrice in cui può svilupparsi lo spirito della comunità.
Essa è stata affrescata nell’ 1915 dal pittore prof. Luigi Morgari con la collaborazione del pittore Giovanni Lamberti a spese del parroco Mons. S. Navone.
Gli affreschi della volta rappresentano San Martino nella sua carità al povero, più avanti lo stemma del comune, al centro la gloria di Sant’ Anna (100 metri quadrati) ai piedi della sua figura un cartiglio con la scritta latina “Tu fabbricata es auroram” cioè “Tu hai fatto sorgere l’aurora” riferito a sua figlia Maria Vergine, la frase è di San Pier Damiani, ai lati i 4 evangelisti, sopra al presbiterio l’adorazione dell’eucarestia, in alto al coro un dipinto del 1741 con l’immagine di una colomba simbolo dello spirito santo con l’invocazione “consolator optime”. Rimangono ancora alcuni scorci delle pitture datate 1741 dai pittori Laveglia, Rinaldi, Casoli.
Entrando a destra si scorge la cappella del Battistero chiuso da 2 cancellate di ferro entrambe settecentesche.
Il fonte battesimale è di marmo incassato nel muro, sovrastato da una nicchia chiusa da una porticina di legno dorata e argentata con sopra scolpito l’albero del bene e del male con il serpente attorcigliato all’albero. La vasca è in marmo bianco.
La cappella è stata affrescata dal Morgari e si tratta di un quadro ad olio che rappresenta San Giovanni nell’atto di battezzare Gesù nel fiume Giordano.
Cappella di S. Grato: l’altare di detta cappella eretta nel 1871, è in marmo bianco, di patronato del comune di Revigliasco, sopra l’altare vi è una grande tela dipinta da Giovanni Laveglia nel 1741 rappresenta San Grato che con una mano allontana e convoglia in un pozzo l’impeto dei fulmini e della grandine e con l’altra tiene in mano la testa decapitata di San Giovanni Battista.
Se ne celebra la festa il 7 settembre nel qual giorno si facevano un tempo tutte le funzioni parrocchiali perché giorno festivo di devozione per voto fatto dal Comune perché fu liberato dalla grandine.
La volta sovrastante affrescata dal Morgari e decorata dal Lamberti presenta le figure di angeli che svolgono un cartiglio con l’invocazione ”Santae gratae a fulgore et tempestate liberano”.
Le balaustre sono di pietra dipinta a somiglianza di marmo.
Superata l’entrata laterale a destra della chiesa si trova la cappella “Delle anime del purgatorio o del suffragio”. L’ altare è in stucco o scagliola a colori come d’uso del 700. E’ sormontato da un grande quadro rappresentante la SS Trinità, la Madonna, San Gregorio Magno e San Basilio nella parte inferiore gli angeli in atto di liberare le anime dalle fiamme del Purgatorio.
Questa tela è stata recentemente restaurata. Le balaustre sono in marmo policromo.
Sotto la grata di questa cappella si trova il sepolcro dei 5 parroci titolari.
A lato dell’altare vi sono due grandi banchi di cui uno con lo stemma del Comune.
Ritornando in fondo alla chiesa a sinistra di chi entra si trova la cappella di Sant’Anna.
Sull’altare di scagliola eretto nel 1743 è collocata la tela coeva rappresentante Sant’Anna, Santa Margherita da Cortona e Santa Elisabetta d’Ungheria.
L’iscrizione collocata sopra il dipinto recita “Manum suam aperuit inopi” (Apri la sua mano al povero). A questo altare era eretta la Compagnia delle Umiliate. Vi trova alloggio il gruppo ligneo di Sant’ Anna e Maria bambina.
La statua lignea di Sant’ Anna risale al 1812, donata alla chiesa dall’ arciprete Don Giberti di Montà d’Alba.
La statua di Maria bambina accanto a Sant’Anna fu donata dalla signora Eufrosina Tonda, essa proviene da Saragozza santuario del Pilar e fu benedetta a Fatima.
Le balaustre sono dipinte ad uso marmo.
Procedendo a sinistra si trova la cappella dedita alla Madonna di Lourdes con l’Immacolata e Santa Bernardetta.
Questa cappella era precedentemente dedicata a San Martino, non se ne conosce il motivo della sua destinazione.
Questa cappella è dedicata alla Madonna del Rosario.
L’altare è in marmi policromi intarsiati.
E’ stato collocato successivamente in seguito al suo trasferimento da altra sede (o l’altare maggiore o come da archivio appartenente alla chiesa Sant’ Anna).
Il grande quadro di buonissima mano dipinto su tela rappresenta incorniciata tra i singoli misteri del rosario la Madonna con il Bambino in atto di offrire al rosario da una parte a San Domenico dall’altra a Santa Caterina, sono accanto più in basso rispettivamente San Giuseppe e San Francesco d ‘Assisi.
Al di sopra è collocata l’iscrizione ”Rosa mistica ora pro nobis”.
A lato dell’ altare ci sono due banchi uno datato 1713 e l’altro è un banco del Comune con stemma.
La cappella era di uso privato dei Roero San Severino.
Al centro del presbiterio vi spicca per bellezza e maestosità l’altar Maggiore.
E’ una splendida opera barocco settecentesca sul modello dell’altare a ribalta, in marmi policromi con ampi gradini alla base.
E’ sorretto da 8 colonne di cui 6 in marmo rosso di Francia e 2 in pietra di Gassino.
Tutte le colonne in ordine composito terminano con capitelli in marmo bianco che sorreggono il grande piano attico, costituito da frontone e timpano decorati da figure angeliche e cornucopie, affiancato da 2 putti marmorei e contenente la targa ottocentesca che riporta la scritta latina “Giuseppe Maria Bertolotti, prevosto di Revigliasco, erigeva (l’altare) nell’ anno 1805 per munificenza imperiale avuti questo altare e le statue dei santi tratti dal marmo con l “aiuto dei santi Giuseppe ed Anna patrona del luogo”.
Le 3 statue in marmo bianco di Carrara sono inquadrate dalle colonne rosse e rialzate su piedestalli in marmo. Al centro si erge la statua di San Giusepppe dentro una specie di nicchia sostenuta davanti da 2 colonne. Sulla sinistra si trova la statua di San Barnaba, dall’Incisa citato erroneamente nel 1802 come San Giovanni della Croce,e sulla destra la statua di Sant’ Antonio da Padova, quest’ultima scolpita, secondo confronti stilistici, dallo scultore Carlo Tantardini.
Il tabernacolo e il tronetto dorato raffigurante il Sacro Sacramento è riccamente scolpito con elementi naturalistici.
Questo monumentale altare datato 1707, costruito dal marmoraro luganese Francesco Aprile, era alloggiato nella chiesa di San Giuseppe dei Carmelitani Scalzi di Asti nella zona absidale. Nel 1805, durante le spoliazioni napoleoniche, venne dato in dono al parroco di Revigliasco Don Bertolotti dall’imperiale governo di Napoleone, fu trasportato a spese della popolazione di Revigliasco e collocato nel sito dove si trova attualmente.
Il pavimento del presbiterio, i portali che gli fanno da cornice ai 2 lati, le balaustre sono tutti di marmo massello nero con colonnine policrome e provengono anch’esse tutte dalla stessa chiesa dei Carmelitani Scalzi.
Sul lato destro vi è il pulpito, la balaustra del pulpito è in legno argentato con sculture a rilievo e putti in legno, così pure i 2 coretti a balaustra ai lati dell’altare. A sinistra una nicchia racchiude la statua del Sacro Cuore di Gesù.
Sotto al pulpito è collocata la statua della Madonna con il Bambino scolpita in legno da espertissima scuola di Ortisei nel 1955.
Dietro all’altare maggiore ha sede il coro seicentesco già esistente nella precedente chiesa ora oratorio è in noce antica decorato ad intagli riempe in forma circolare tutta l’abside con 24 stalli, sormontati da baldacchini che hanno davanti un inginocchiatoio e una panca fissa con posti a sedere.
Al centro del coro vi è un mobile leggio e una tela in cornice dorata rappresentante San Martino Sant’Anna e San Luca. In questo luogo trova alloggio la statua di San Martino, patrono della parrocchia.
Sacrestia: vi è un grande mobile armadio del 700 in noce che copre tutto il muro con 32 pannelli scolpiti in rilievo notevolissimo a cornice ottagonali ovali sagomate con al centro fiori stilizzati per una di lunghezza 6.43 e una altezza di 3.05
Ai lati vi sono 2 inginocchiatoi che fanno corpo con esso. Questo mobile è proveniente dai Carmelitani Scalzi.
Tra le finestre della sacrestia un altro armadio a muro risalente al 500 appartenente alla chiesa locale antecedente.
Sono contenuti i paramenti sacri e l’archivio parrocchiale.
Organo: sulla bussola è ubicata la tribuna della cantoria lignea dove trova posto l’organo progettato da Liborio Grisanti del 1769 e realizzato da Giuseppe e Luigi Savina proveniente dal teatro civico di Asti e acquistato dalla parrocchia di Revigliasco recentemente restaurato.
Questo strumento per molti anni era magistralmente suonato dal revigliaschese Tino Massano.
Sotto la tribuna dell’organo vi sono 2 confessionali antichi, un terzo confessionale si trovava nella cappella della Madonna del Rosario ed era ad uso dei muti e dei semisordi. 8 magnifici lampadari detti lustri illuminano le cappelle laterali e alle pareti le stazioni della Via Crucis, quadri, statue, completano l’arredamento parrocchiale.
La facciata esterna è in mattoni a vista con 2 ordini, terminante con timpano triangolare, scandita verticalmente da paraste e lesene. L’unico portale di accesso è architravato con timpano, sormontato da apertura sagomata e fiancheggiato da coppie di lesene ravvicinate a sottolineare nicchie.
A lato destro vi è il Pronao voltato a vela con colonne capitelli e volute in pietra di vicenza con accanto su una colonna la bella statua della Madonna recentemente restaurata.
In esterno il Campanile alto 25 metri in stile barocco dal 1960 è fornito di un concerto in mibemolle grave di 8 campane. Fuse da Achille Mazzola di Valduggia.
Sulla sommità vi sono 8 campane del peso di kg 2650. Ognuna dedicata a un santo e avente un padrino e una madrina.
Prima campana è dedicata alla Madonna, Regina pesa 974 kg mi sem. grave madrina Boero Felicina Vallauri, padrino Barone Cavalchini Garofoli Vittorio dedicata a Don Siccardi e Rissone Luigi sindaco.
Seconda campana dedicata a Sant’Anna pesa 681 kg in tonalità fa madrina Cirio Ida e padrino Commendator Albino Tonino in memoria e lode del reverendissimo Don Navone.
Terza campana dedicata a San Martino 466 kg in sol madrina Spinelli Carolina e padrino Rissone Luigi porta i nomi dei caduti revigliaschesi di tutte le 3 guerre.
Quarta campana dedicata a San Sebastiano e San Rocco 406 kg la be m madrina Massano Maria Orsola e padrino Giuseppe Fassio.
Quinta campana dedicata a Don Bosco 269 kg si bem madrina Berta Adelina Morando padrino Morando Michele
Sesta campana dedicata a San Carlo in do madrina Barrera Siccardi Corina e padrino Siccardi Emilio.
Settima campana dedicata a San Luigi e San Domenico Savio 140,5 kg in re madrina Morando Lina Nosenzo e padrino avvocato Achille Dapino.
Ottava campana dedicata a Santa Teresa del Bambin Gesù 119,5 mi bem madrina Lorenzo Iva e padrino Saracco Giuseppe.
Dietro alla chiesa tra la sagrestia e l’abside si trova collocata la lapide funeraria di Publio Toranio, un veterano della legione XIII appartenente alla tribù Pollia ritrovata nel 1948 in regione Grisane a Revigliasco a testimonianza della presenza sul territorio di insediamenti romani.